Il mestiere dell’amore in cucina

Tra le migliaia di siti, guide e guru sul salutismo alimentare (molti dei quali proliferati ultimamente, sull’onda del crescente interesse collettivo), c’è un progetto che mi innamora e che credo possa davvero cambiare un po’ la vita a chi lo frequenta: si chiama Lenny&Carl, proprio come i due personaggi dei Simpson che ogni tanto spuntano come amici-colleghi di Omar.

In questo caso però la coppia è nostrana e a comporla sono Eleonora e Carlo, affermati professionisti che vivono tra Bologna e Rovigo: lei scrittrice e formatrice; lui dietista e insegnante. Non cercateli invano sul web: sono solo su Facebook (e in libreria, vedi sotto).

Per me, due idoli. Non tanto o non solo perché bravi, ma soprattutto perché uniscono alla preparazione un forte senso pratico e una spiccata verve, che credo rientrino tra le connotazioni antropologiche di chi cresce tra il Polesine e la Romagna.

Sul web, gli strumenti di divulgazione che Lenny&Carl hanno scelto sono principalmente due: i brevi post monografici su questo o quell’alimento, chiarissimi e realmente utili (non un pour parler copia-incolla come spesso si vede in giro, tutta fuffa di cui non abbiamo bisogno); e i brevi video, che producono generosamente, ma senza mai scadere nel seriale. Insomma, ciò che pubblicano nasce sempre da sicura ispirazione.

Nei filmati i ruoli sono chiari: Carlo fa da attore frontman, spesso comico o autoironico; Eleonora interpreta la voce fuori campo, e si desume sia anche autrice e regista. A volte, presta le mani e scorci di grembiule davanti a una spianatoia o a un attrezzo di cucina.

Volete qualche esempio? I loro primi clip ironizzavano sulla pigrizia che fa sempre posporre le buone intenzioni (da cui la rubrica “Comincio lunedì”) e intanto mettevano in guardia sui rischi dell’obesità cui concorrono alcuni diffusissimi additivi alimentari o presentavano qualche indigesto retroscena a proposito della pasta.

Ma ho iniziato davvero a seguirli quando mi misi a studiare per scrivere l’articolo sulle farine pseudo-integrali e incappai in un loro bellissimo video sull’argomento, ahimè poi rimosso per le troppe polemiche suscitate (buon segno).

* Ad oggi, a quella dibattuta querelle sono sopravvissuti solo una porzione oscurata su youtube e un post su FB, che recita così, appoggiandosi all’autorità di una fonte terza: «Mangiare cibo integrale fa regredire molte malattie. […] Quando la farina viene raffinata, l’alimento perde il suo equilibrio dinamico interno. Non illudiamoci di ripristinarlo aggiungendo, a parte, la crusca». Ecco svelato il nodo.

Inizialmente non mi capacitavo che quel filmato fosse stato tolto, poi me ne sono fatta una ragione. Per capirci, era molto simile a quest’altro, che insegna a riconoscere in modo pratico il vero riso integrale (sapevate che l’Italia ne è il maggiore produttore in Europa?). Un piccolo ma utilissimo segreto di Pulcinella:

Ma come vi dicevo, uno dei principali pregi di Lenny&Carl è che sono sì molto robusti e preparati, ma il taglio è sempre concreto, pratico, utile; e mai noioso. Per esempio, devo a loro le dritte su come sbucciare la melagrana, o l’ananas, o come pelar patate per far gnocchi senza scottarsi, o come cucinare la portulaca. Non sto qui a linkare tutto: spulciate voi stessi, ne vale la pena.

Dulcis in fundo: la novità, il fatto scatenante, ciò che ha stimolato la stesura attiva di questo post. È appena uscito La dieta dei mestieri, il libro con cui Lenny&Carl – ops, volevo dire Eleonora Buratti e Carlo Giolo – condividono anni di esperienza e riflessione su uno dei loro temi portanti, cioè il rapporto tra alimentazione e lavoro.

Carlo Giolo promuove il volume La dieta dei mestieri
Carlo Giolo di Lenny&Carl in tour a Roma per la promozione-piantumazione della Dieta dei mestieri.

Siccome, però, lavorare lavoriamo tutti, possiamo anche dire che questo è un libro su come affrontare l’alimentazione quotidiana o, con le loro sagaci parole, che è «un libro per tutti gli affamati». Salvo che qui lo sfamarsi è messo in relazione con la resa che la nostra macchina corpo-mente deve produrre nell’attività che compie ogni giorno.

A seconda che la nostra occupazione sia più o meno sedentaria, più o meno al coperto, più stressante dal punto di vista mentale o più faticosa dal punto di vista fisico, l’obiettivo è sempre quello di poterla affrontare al meglio, senza mai restare in debito di energie e contemporaneamente senza eccedere e farsi sorprendere dall’abbiocco (colpo di sonno in milanese, ndr). Ci piace, vero?

Non l’ho ancora letto, ma voglio farlo prestissimo, perché le presentazioni come questa mi hanno davvero ingolosito. Oltre al fatto che adoro il tono colloquiale e bucolico della “campagna” di promozione del volume (una foto è qui in testa all’articolo a mo’ di copertina, le altre guardatele qui), che è contemporaneamente anche un tour itinerante in giro per l’Italia. Chi fosse interessato a organizzare un incontro, può contattare gli autori.

Finisco con un paio di citazioni che ho trovato bellissime, a testimonianza che questi ragazzi hanno sovrabbondanza di risorse e di ispirazione – dunque la dieta dei mestieri funziona. La prima: a proposito dell’energia di colui che cucina, che si trasmette alla pietanza e poi al commensale, il consiglio dei vecchi è: «Meglio brucare erba dove c’è affetto, che mangiare un bue condito con l’odio». Interessante, soprattutto se riportiamo il suggerimento a tante cose che facciamo e a cui ci sottoponiamo senza amore. Anche in quel caso chiediamoci: conviene?

Infine un piccolo spezzone di Carlo che balla a Capodanno e si esibisce senza remore e timori. Il video è accompagnato da questo augurio: «Buon Anno a chi antepone il tentativo alla rinuncia, perché osare è da sempre il verbo degli arditi, il cui desiderio è più forte della paura».

Grazie carissimi, vi seguo.

PS. Eleonora Buratti, La dieta dei mestieri, con la consulenza di Carlo Giolo, prefazione di Romano De Marco, AltroMondo, 2016, è acquistabile qui.

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