Protetto: Uno shop dove comprare miele biologico italiano e altri prodotti di nicchia
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A proposito di agricoltura biologica, sana, trasparente, senza finzioni né veleni. Di metodi di coltivazione ecosostenibili, organici, rigenerativi, che rispettano la salute dell’uomo e dell‘ambiente. Di aziende agricole che si preoccupano non solo di coltivare sano e con metodi ecologici, ma di presidiare un territorio; che hanno a cuore non solo il proprio prodotto, ma tutto l’ecosistema; non solo il presente, ma anche le generazioni future.
Di vecchi agricoltori che non mollano e di nuove generazioni che scommettono, con e senza certificazione bio (perché il discrimine non sempre passa da lì). Di fattorie, cascine e realtà virtuose tanto quanto invisibili, perché ancora tutte da scoprire e valorizzare (la promozione online delle aziende agricole ha ancora tanto margine di miglioramento: il mio progetto è nato apposta). Di persone che hanno a cuore il proprio territorio e lo custodiscono, di contadini ostinati, di scelte eroiche, ma anche di compromessi, tentativi ed errori.
Qui è anche dove raccolgo pareri e interviste dando voce ai produttori, per capire il cibo dal punto di vista di chi lo coltiva e per stimolare il confronto su questioni spinose come pesticidi, sementi, etichette, prezzi, marchi. Per fare rete tra le idee e le persone, e mettere in dialogo scelte e pareri anche molto diversi tra loro.
Qui la grande distribuzione e le grandi lobby dell‘agroindustria restano fuori. L’amore è dichiarato ed è verso le piccole filiere, la scala locale, la vendita direttamente dal produttore al consumatore suo cliente ideale, sensibile e curioso. Se c’è un rivenditore di mezzo, non è un tassello che allunga la filiera, ma un segugio e ambasciatore appassionato di realtà virtuose, che distribuisce alla propria comunità.
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Cosa possiamo fare noi, in pratica, per generare un’inversione di tendenza su cambiamento climatico, inquinamento e sfruttamento delle risorse naturali? Qui si parla di piante e giardini.
«Non l’ho mai fatto prima, ma quest’anno ho deciso di scrivervi. Per voi inizia un nuovo anno… io di questi capodanni ne ho già visti quattro miliardi e mezzo».
Ho provato a chiedere a un contadino biologico se il suo sistema di produzione è davvero sostenibile, sul piano energetico, ambientale ed economico. Ecco le risposte.
La primavera scorsa usciva sul Sole 24 ore, a cura di Micaela Cappellini, un’intervista alla professoressa ordinaria di farmacologia all’Università Statale di Milano nonché senatrice a vita Elena Cattaneo: Il biologico? Una favola “bella e impossibile”. La demistificazione del biologico Nell’articolo, datato marzo 2019, la senatrice criticava la «narrazione del biologico» definendola «ingannevole» e illusoria. … Leggi tutto
Libro che si legge in un fiato: una serie di brevi racconti che scorrono rapidi, seguendo le stagioni. La scrittura di Francesca è concreta, vivida; generosa e provocatoria nella stessa penna.
Caro contadino, se hai cura dell’ambiente e del territorio, tu non vendi solo un prodotto, ma anche e soprattutto un servizio. Mi aspetto che tu, per primo, ne sia cosciente.
Con il tempo ho capito che l’agricoltura non è un’attività naturale, ma culturale. È un lavoro pienamente umano, che interferisce con la natura e la inclina ai propri bisogni.
Il parere di Fabiola Dettori sulla protesta del latte: una contadina sarda che crede nell’economia di rete e di territorio, e conosce bene il suo popolo, che «difficilmente si unisce per qualcosa».
Se vi chiedete come mai gli allevatori sardi rovesciano il latte per strada, in questo documentario di Andreas Pichler troverete tutte le risposte, e tante nuove inquietanti domande.
Se siete in cerca di una vacanza nel tempo e nello spazio, in una terra che eredita la bellezza e il mito dell’antica tradizione mediterranea, il Cilento è la meta ideale.
Fino agli anni Cinquanta la farina di castagne era alla base della dieta quotidiana. Ci si facevano polenta, pane, dolci. Oggi avercene! Teniamoci stretto chi la produce.