Ok, il prezzo è giusto: il valore dell’artigianato alimentare
La piccola agricoltura artigianale piace tanto, finché non si parla di prezzo. Tra il fatto a mano e il sottocosto dell’industria c’è una bella differenza.
A proposito di agricoltura biologica, sana, trasparente, senza finzioni né veleni. Di metodi di coltivazione ecosostenibili, organici, rigenerativi, che rispettano la salute dell’uomo e dell‘ambiente. Di aziende agricole che si preoccupano non solo di coltivare sano e con metodi ecologici, ma di presidiare un territorio; che hanno a cuore non solo il proprio prodotto, ma tutto l’ecosistema; non solo il presente, ma anche le generazioni future.
Di vecchi agricoltori che non mollano e di nuove generazioni che scommettono, con e senza certificazione bio (perché il discrimine non sempre passa da lì). Di fattorie, cascine e realtà virtuose tanto quanto invisibili, perché ancora tutte da scoprire e valorizzare (la promozione online delle aziende agricole ha ancora tanto margine di miglioramento: il mio progetto è nato apposta). Di persone che hanno a cuore il proprio territorio e lo custodiscono, di contadini ostinati, di scelte eroiche, ma anche di compromessi, tentativi ed errori.
Qui è anche dove raccolgo pareri e interviste dando voce ai produttori, per capire il cibo dal punto di vista di chi lo coltiva e per stimolare il confronto su questioni spinose come pesticidi, sementi, etichette, prezzi, marchi. Per fare rete tra le idee e le persone, e mettere in dialogo scelte e pareri anche molto diversi tra loro.
Qui la grande distribuzione e le grandi lobby dell‘agroindustria restano fuori. L’amore è dichiarato ed è verso le piccole filiere, la scala locale, la vendita direttamente dal produttore al consumatore suo cliente ideale, sensibile e curioso. Se c’è un rivenditore di mezzo, non è un tassello che allunga la filiera, ma un segugio e ambasciatore appassionato di realtà virtuose, che distribuisce alla propria comunità.
La piccola agricoltura artigianale piace tanto, finché non si parla di prezzo. Tra il fatto a mano e il sottocosto dell’industria c’è una bella differenza.
La comunità dell’economia reale e locale – basata sull’incontro tra il sapere contadino e l’acquirente appassionato, che sceglie di comprare conoscenza, oltre che prodotti – è potenzialmente solida e vitale, ma ha bisogno di acquisire spazi condivisi. Il ruolo di produttori e consumatori nella visione ‘agrarianista’, a partire da uno spunto di Wendell Berry. In ogni … Leggi tutto
La storia dell’appalto esclusivo sul seme del grano Cappelli è preoccupante, ma più complessa di come la si racconta in giro. Ecco la mia sintesi: ci stanno fregando.
Una legge incoraggiante sul biologico in Italia sta per essere (speriamo) approvata al Senato. Mi aggrappo alle parole di Lucio Cavazzoni per apprezzarla.
Quanto costa un chilo di onesto lavoro contadino? Siamo disposti a riconoscere un prezzo equo a chi produce? Conviene prima capire alcuni meccanismi commerciali.
Molti avranno visto Report qualche sera fa… Il bio vive un momento di ribalta e nella corsa all’ultima moda i grandi avvistano montagne di soldi e si buttano.
In tanti credono che il bio non esista: quando va bene è una moda, quando va peggio è una truffa. Ieri Report ha aggravato il sospetto…
Se dicessi che era un convegno su “agricoltura altra e consumo critico”, non renderebbe l’idea. Ci siamo trovati a Caratta ed è stato bellissimo.
Un appuntamento come tanti ne vorremmo, in cui si parla di agricoltura ‘altra’ (cioè sana e sensata) a partire, per una volta, dalla viva voce dei protagonisti.
Non avrei potuto dirlo meglio. Solo leggendo questo post di Vea ho capito perché resisto ad andare a Expo, file a parte.
Vedete l’azzurro intenso della maglietta di Paolo? Ecco, i suoi occhi sono proprio così. Stesso tono di colore, stessa brillantezza e intensità. Ma facciamo un passo indietro.
Meleti, albicocchi, ghiacciai. Il campanile sommerso che svetta dalle acque smeraldo del Lago di Resia. Pinot nero e Riesling. Eccoci trasportati in Val Venosta: là dove nasce l’Adige, a nord-ovest di Bolzano. E là dove, complice un microclima favorevole e il soffio costante della tramontana, sono garantiti 320 giorni di sole all’anno. Un Eden dove la … Leggi tutto