La spesa contadina a km zero: dove farla a prezzo equo

Perché scegliere il cibo a km zero? Quali sono i vantaggi di una spesa sana che sia anche locale (o viceversa) e quali i luoghi utili dove poterla fare? Ecco un utile recap di tutte le opportunità per comprare a prezzo equo e mettersi in relazione con il tessuto produttivo, almeno alimentare, del proprio territorio.

A noi acquirenti interessa risparmiare, non ci piove. Eppure, da un po’ di tempo a questa parte, ci stiamo accorgendo che il prezzo è solo una delle variabili di cui tenere conto.

Sarebbe bello anche non intossicarci, non inquinare, valorizzare chi lavora in modo onesto e con cura artigianale, promuovendo la cultura biologica e contadina. Apprezzare e sostenere chi continua una tradizione, crea lavoro, resta in Italia, cura e preserva un territorio e lo mette a frutto, magari proprio il nostro territorio.

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Il tema del prezzo è spinoso e talvolta viene sollevato anche dagli stessi produttori, che giustamente rivendicano il corretto riconoscimento del proprio valore (leggi Il prezzo giusto di un chilo di lavoro contadino).

Quello che noi compratori possiamo fare, è individuare i luoghi dove sia più logico fare la spesa, perché è garantito sia un prezzo equo ai produttori, sia contemporaneamente un risparmio a chi acquista – o, a parità di prezzo, una qualità maggiore. E tutto questo è possibile in virtù del fatto che vengono tagliati dei passaggi e la relazione tra produttore e acquirente si fa più diretta.

In questi luoghi siamo tranquilli che il prezzo è giusto per il produttore, ma anche onesto per noi. In un certo senso siamo noi a decidere quanto spendere, in base alle nostre necessità organizzative. Questo perché più al prodotto si aggiungono servizi e infrastrutture, più il prezzo logicamente sale.

Un conto è quando noi ci rechiamo nella sede remota di un piccolo produttore, passando di lì o andandolo a trovare, un conto è se lo incontriamo a un mercato o a una fiera dove magari paga il plateatico e impegna una giornata in trasferta, un altro conto ancora e se ci facciamo portare la spesa a casa da un sistema organizzato che raccoglie gli ordini di diversi fornitori, magari stocca le merci garantendone la freschezza ecc.

I luoghi del ‘giusto prezzo’

Per quella che è la mia esperienza ad oggi, indico qui tutte le opportunità che preferibilmente ho individuato per fare una spesa a prezzo onesto e sensato. Non sono poche.

  1. Gruppi di Acquisto e acquisti di gruppo
  2. Mercati contadini e aziende agricole
  3. Piccole distribuzioni organizzate
  4. Cassette a domicilio
  5. L’Alveare che dice sì
  6. Piccole rivendite (anche online) e botteghe di prossimità

Con questi metodi, negli scorsi anni sono riuscita ad azzerare il più possibile il ricorso ai servizi di grande distribuzione organizzata, anche verticali sul biologico – dove, tra l’altro, il reparto ortofrutta non mi ha mai soddisfatto, né per freschezza, né per prossimità (come del resto è logico per una GDO, la cui organizzazione logistica segue altri criteri).

1. Gruppi di Acquisto e acquisti di gruppo

Questo primo metodo si basa su una serie di assunti: 1) è auspicabile ripristinare una relazione diretta con i produttori; 2) più siamo a comprare e meno paghiamo; 3) se ci sono delle spese di trasporto, le dividiamo tra più persone.

Gli acquisti di gruppo avvengono per lo più attraverso i Gruppi di acquisto solidale (Gas), più o meni strutturati. I Gas sono stati i primi in Italia a porre la questione della riduzione della filiera, del consumo critico, della selezione dei fornitori con criteri di merito, della relazione biunivoca tra chi produce e chi compra.

Per sapere se c’è un Gas vicino a sé, si può consultare l’archivio storico di retegas.org e combinarlo con la mappa di economiasolidale.net, in progress; oppure, più empiricamente, cercare su Google “Gruppo di acquisto solidale” (per esteso, altrimenti se si scrive Gas escono per lo più i servizi per la fornitura del metano…) + il proprio capoluogo di provincia.

Al di là dei Gas, si possono anche creare cordate estemporanee di acquisto tra amici, vicini o colleghi per i fornitori più lontani. Penso ad alcuni approvvigionamenti specifici di prodotti ben conservabili, per esempio gli agrumi, la frutta secca, il riso, la pasta ecc. o comunque in generale tutti quei prodotti di cui abbia senso privilegiare un fornitore distante che offra buone referenze per noi e buone ragioni per sceglierlo.

Consulta la mappa dei produttori di ConsideroValore per cercare un prodotto specifico o un produttore nella tua zona

Mercati contadini e aziende agricole

I produttori di solito si sdoppiano, cioè fanno contemporaneamente sia i contadini, sia i venditori di loro stessi. I più fortunati possono dividere i ruoli con altri membri della propria famiglia. Li possiamo trovare nei mercati contadini o, quando possibile, presso le loro aziende.

Relativamente ai mercati agricoli del Nord Italia, ho iniziato una mappatura puntuale, a partire da Torino, Milano e hinterland, Lodi, Cremona, Parma, Bologna… Trovi tutto in questa mia rubrica sui mercati contadini.

Quanto alla vendita diretta in sede, ci sono aziende più o meno organizzate. C’è:

  • chi vende accanto al campo in giorni e orari predeterminati
  • chi ha allestito un punto vendita interno, con i propri prodotti o spesso rivendendo anche quelli di altri colleghi, prossimi per territorio o per filosofia. Questa formula può presentarsi in modi molto diversi, dallo spaccio minimale (persino in self-service a bordo strada, viva la fiducia!) a una vera e propria bottega strutturata.

In certi casi un risparmio ulteriore è riconosciuto se chi compra è anche il coglitore o se si acquista una cassetta di merce che, pur essendo buona, ha qualche difetto estetico o è vicina a guastarsi.

Un altro modo per risparmiare: la frutta viene colta dagli stessi acquirenti al Campo dei Frutti, PC.
Un altro modo per risparmiare: la frutta viene colta dagli stessi acquirenti al Campo dei Frutti, PC. Questo è il mio cestino di ciliegie, e mentre le coglievo ne ho anche assaggiata qualcuna (credo lo mettano in conto).

Inoltre, alcuni produttori, a fronte di alcune condizioni (quantitativi minimi e regolarità di acquisto) sono disponibili a consegnare anche a domicilio o a intercettarci in qualche punto di scambio (una specie di drive in).

Piccole distribuzioni organizzate e cooperative solidali

Un altro metodo è tenere d’occhio i sistemi di piccola distribuzione organizzata (la cosiddetta PDO), spesso organizzati dai DES, i Distretti di economia solidale, che raggruppano i produttori del territorio.

Il più delle volte si traducono in piccoli spacci, aperti solo in certi giorni e certi orari, o in piccoli e-commerce, o in entrambe le cose. Il magazzino fisico è di solito in una cascina o in un altro spazio comodo per chi abita in città, o comunque ben raggiungibile.

Un bellissimo esempio di emporio solidale è la cooperativa Camilla, a Bologna, una specie di piccolo bio-market di produttori, autogestito dai soci.

Cassette a domicilio

I servizi di consegna cassette a domicilio, se ben selezionati, sono un ottimo sistema per coniugare qualità e comodità. A patto che alle spalle ci sia una relazione reale e diretta con un bacino di piccoli produttori, identificabili e trasparenti nei propri criteri produttivi.

Andrea Morandi, orto-biker di Brescia: Ortociclo.
Andrea Morandi di Ortociclo, orto-biker di Brescia.

Si va dai cargo-bikers alle reti di produttori, fino a servizi più francamente retail.

Per chi abita a Milano e hinterland, ho scritto una guida ad hoc: Le cassette di spesa contadina sana a domicilio, a Milano.

L’Alveare che dice sì

Anche in Italia sta emergendo sempre di più la rete dell’Alveare che dice sì, un sistema per cui si compra online per poi ricevere la spesa una volta alla settimana in un punto di consegna prestabilito.

Non è altro che un e-commerce diviso in tanti piccoli punti di distribuzione, detti appunto ‘alveari’ perché ognuno corrisponde a un gruppo di aziende agricole coordinate da un gestore. La sede può essere un bar, un co-working, un oratorio o altro.

Il margine di rivendita è del 20% (diviso a metà tra il gestore e la piattaforma) e i prezzi finali sono a discrezione delle aziende agricole fornitrici. Sta prendendo piede soprattutto nelle grandi città (diffusissimo a Milano) e in alcune cittadine di provincia.

Un progetto di spesa cooperativa, consegnata nel quartiere: L’alveare che dice sì.
L’Alveare che dice sì: la spesa contadina fatta online e consegnata in un punto di ritiro.

Piccole rivendite e botteghe di prossimità

Buone per me anche le piccole botteghe locali e i piccoli e-commerce, che garantiscano una selezione accurata e intelligente dei fornitori, e offrano una serie di servizi complementari.

L’intermediazione, sia chiaro, non è una cosa negativa; in tanti casi è necessaria e rappresenta una valida opportunità. Ma deve essere sensata e possibilmente aggiungere valore, tale per cui noi acquirenti siamo ben lieti di riconoscere un onesto margine di rivendita.

Nel caso di un e-commerce, per esempio, la possibilità di farmi accedere a una selezione di produttori tutti molto referenziati, ma radunati sotto un unico comodo processo di acquisto, magari online, e soprattutto di consegna.

Immagine di copertina: banco della Cascina di Santa Brera di San Giuliano Milanese, MI, produttore biologico che ha scelto di rinunciare alla grande distribuzione a favore della sola vendita diretta nei mercati contadini, presso il proprio spaccio o tramite i Gas.

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