Guida alla spesa consapevole di una 26enne organizzata
La spesa consapevole è tutta questione di organizzazione e priorità. Ecco come ho cambiato il mio modo di fare la spesa, privilegiando il cibo sfuso, biologico e locale.
La spesa contadina fresca – fresca di raccolto, non di frigo – è il sogno di qualunque massaia, a patto che la coltivazione sia sana e senza pesticidi, né forzata con concimi di sintesi, indipendentemente dal fatto che sia una produzione biologica certificata o meno. Non tutti i piccoli produttori, infatti, optano per la certificazione.
La spesa contadina è una spesa di relazione e di territorio. Ci consente di guardare in faccia chi produce, di relazionarci con lui: e magari ricevere insieme al cibo anche conoscenza, di arricchirci nei saperi oltre che nei sapori. Sui social mi piace chiamarla “spesa umana”. Invece il termine “spesa consapevole” mi suona sempre irrealistico e troppo pretenzioso – perché ammettiamolo: mangiamo volentieri, ma con pochissima coscienza di come è fatto quel cibo
La spesa contadina è in crescita – dicono le statistiche – e contemporaneamente aumentano, per fortuna, le occasioni per farla. Cascine, punti vendita agricoli, botteghe di sfuso e di prossimità, masserie, frantoi, malghe, masi. Chi approda su questo blog è perché vuole acquistare il più possibile direttamente dai produttori o con la minima intermediazione.
La spesa consapevole è tutta questione di organizzazione e priorità. Ecco come ho cambiato il mio modo di fare la spesa, privilegiando il cibo sfuso, biologico e locale.
Il mercato del cibo salutare di massa ci propone prodotti pieni di ‘senza’, ma zeppi di surrogati. Impariamo a riconoscere cosa resta, tolti gli imballaggi e gli additivi.
Libro che si legge in un fiato: una serie di brevi racconti che scorrono rapidi, seguendo le stagioni. La scrittura di Francesca è concreta, vivida; generosa e provocatoria nella stessa penna.
Agosto è uno dei mesi più siccitosi e, nelle città, deserti; ma anche uno dei più produttivi nell’orto e nel frutteto. Ripristiniamo i liquidi con frutta e verdura, altro che centro benessere.
In giugno la sporta si riempie e si colora con ortaggi dolci e croccanti, legumi freschi, la succosa frutta estiva (protagoniste le ciliegie), il ricco menu dei primi frutti di bosco.
In copertina, il raccolto di fine aprile dell’orto versiliese di Francesca Pachetti, alias La Raccontadina. Nella sua cesta: fave, insalate, bietole a coste colorate, cipollotti, catalogna, rucola. E tanta poesia.
Con il tempo ho capito che l’agricoltura non è un’attività naturale, ma culturale. È un lavoro pienamente umano, che interferisce con la natura e la inclina ai propri bisogni.
Cosa offrono gli orti tra inverno e primavera? Come possiamo affrontare l’hungry gap (hungry che?), pur restando fedeli alla spesa contadina? Il cambiamento climatico ci viene incontro, ma non è una soluzione.
Vogliamo una spesa sana, biologica, fresca. Meglio ancora se comoda. Ho fatto una ricerca e un sondaggio, e il risultato ha sorpreso anche me.
A febbraio non farti fregare: metti nella sporta tutta la ricchezza di vitamine e antiossidanti di stagione. Gli orti e la natura sono la nostra prima farmacia!
La spesa consapevole è una chimera. Siamo in balia dell’industria alimentare, il cui marketing titilla e accarezza tutti i nostri punti deboli. Ecco come difendersi, almeno nel lessico.
Ecco tutti i farmer market della città e provincia di Pavia, per iniziare a connettersi ai produttori agricoli del territorio, dalla Lomellina all’Oltrepò.