Ennesimi avvertimenti sulla corretta lettura delle etichette alimentari.
In questi giorni il Ministero della Sanità ha rilasciato un dossier e un opuscolo sulla corretta lettura delle etichette alimentari.
Piccolo inciso: le continue disposizioni per garantire trasparenza verso il consumatore tramutano in certezza il sospetto che ci sia ben poco da fidarsi.
Tornando all’informativa del Ministero, commentata da numerosi blog salutisti: si tratta di una mappa per orientarsi nei dati, non certo per interpretarli. L’ho letta per intero e direi che le istruzioni fondamentali sono queste (alcune già ben note):
- gli ingredienti sono sempre presenti in ordine di quantità, salvo rare eccezioni; motivo per cui se in un succo di frutta lo ‘zucchero’, o il suo sostitutivo, è scritto per primo, si compri quel succo a patto di sapere che richiama la frutta come idea platonica; idem nelle barrette di cioccolato: valutate quando l’ingrediente cacao dista dai due punti prima dell’elenco e poi fate voi.
- Finalmente verrà resa obbligatoria l’identificazione specifica dell’origine degli oli vegetali, in modo da rendere la voce più chiara e meno subdola (o ingannevolmente safe), soprattutto quando si riferisce a oli tropicali (spesso presenti anche in alimenti biologici, e spessissimo in quelli per bambini).
- Quando c’è scritto da consumarsi ‘preferibilmente’ entro, non significa che l’alimento diventa nocivo dopo quel termine; significa semplicemente che non si garantisce più il suo ‘standard’ di sapore e di fragranza – e ci mancherebbe, aggiungiamo noi; ormai non si decompone praticamente più nulla. Se la responsabilità ci spaventa e si preferisce ricevere un ordine più perentorio, allora si cerchi dov’è scritto solo ‘da consumarsi entro’ (nei freschi).
Mio criterio generale: più che dei prodotti scaduti, preoccupiamoci di quelli scadenti.
Cosa ne pensa Berrino, anzi no, Pollan
Dopo questo bla bla noiosetto, veniamo al momento citazionista. La fonte è il bel volume di A. Villarini – G. Allegro, Prevenire i tumori mangiando con gusto, 2009, Sperling & Kupfer: un libro di criteri e ricette, utile in tutti i casi, a prescindere dalla profilassi antitumorale.
In tema di etichette, nella prefazione, Franco Berrino* cita a sua volta da un altro autore (Michel Pollan, In difesa del cibo, Adelphi 2009) e fornisce istruzioni elementari, a prova di bisnonna:
Andiamo a fare la spesa accompagnati dalla bisnonna (la nonna potrebbe essere troppo giovane) e tutto quello che lei non riconosce come cibo, non compriamolo.
Leggiamo le etichette, e se ci sono parole di cui la bisnonna non conosce il significato, parole impossibili da pronunciare, o se ci sono più di cinque ingredienti, o se è presente sciroppo di glucosio o fruttosio, non compriamo.
Se c’è scritto che è stato aggiunto qualcosa che fa bene alla salute, non compriamo.**
L’ultima istruzione la dice lunga. Santé.
** Se il libro vi ispira e se volete leggerne qualche recensione, lo trovate on-line sul Giardino dei libri.
Immagine di copertina: Modello di carrello della spesa ‘lungimirante’, con lente di ingrandimento incorporata. Invenzione della casa tedesca Wanzl. Se conoscete un supermercato che ne fa uso, segnalatemelo.